Innanzitutto grazie per la vostra partecipazione, per i commenti che ci mandate e per gli sforzi che alcuni di voi stanno facendo per superare le difficoltà della tecnologia.E' bello sapere che, attraverso questo blog, stiamo raggiungendo l'obiettivo che ci eravamo prefisse: fare partecipare un po' anche voi al nostro viaggio.Anzi, a pensarci bene, al ritorno dovremmo fare una colletta per farvi "compartecipare" anche alle spese di viaggio, oltre che alle emozioni. E questo vale per quelli di voi che pensano di viaggiare gratis ;-) La giornata, dopo le emozioni di ieri, è stata abbastanza loffia.La mattina abbiamo fatto una passeggiata verso il centro dirette al Museu Historico Nacinal. Abbiamo attraversato alcuni quartieri popolari e poi il solito caos frenetico delle vie del centro, quelle degli uffici, dei grattacieli e del caos delle grandi metropoli. Il museo era davvero scarso. L'unica sezione interessante è quella dedicata alle popolazioni indie. La giornata è stata calda (35°) e la sosta in albergo ci ha risparmiato le ore più roventi.Nel pomeriggio una passeggiata nelle vie commerciali alle spalle di Copacabana e Ipanema. La città inizia a svuotarsi per il lungo week-end. Il 7 settembre, infatti, è la giornata dell'Indipedenza: previste code in uscita dalle città in direzione spiagge e selve.
QUELLO CHE STIAMO MANGIANDO.Colazione a base di frutta: melone, mango, mamao (quella che noi chiamiamo papaia!), abacaxi (ananas) e succhi di laranja (arancia), di melone, ananas, mamao. Eventualmente yoghurt con cereali. Prosegue poi con la sezione salata: un panino con prosciutto e formaggio a scelta fra molti tipi e talvolta uova strapazzate con pancetta abbrustolita.
Pranzo: nei self-service a Kilo, ci sono due o tre banconi con vassoi di: arroz (riso) blanco, con verdure, broccoli, legumi; carne di frango (pollo) e boe (manzo) con sughi e verdure; purè, patate, zuppe di legumi, verdura e frutta alla "milanesa", cioè fritta. Si prende il piatto e si riempie con i cibi e le quantità desiderate. Un modo molto civile di fare una pausa pranzo economica e veloce, soprattutto se confrontata con i panini e i piattini pronti dei bar di Milano. Ciò che non manca mai sulle tavole brasiliane è la farofa, farina di tapioca, o mandioca, lavorata a grana grossa e speziata, che si usa a complemento per ogni piatto, come noi usiamo il parmigiano.
Cena tipicamente a base di carne, riso, qualche contorno fritto, e l'immancabile chopp (che si pronuncia "sciopi") che altro non è che birra alla spina, spesso "estupidamente" gelata. Le porzioni sono molto abbondanti e, dopo qualche abbuffata, abbiamo capito che dobbiamo ordinare un solo piatto, più che sufficiente per entrambe.
Insomma, chi temeva che in questo viaggio saremmo dimagrite, può star tranquillo...
venerdì 7 settembre 2007
Pubblicato alle
00:30
1 commenti

1 commenti:
Posta un commento