Sveglia alle 6, come tutti gli altri giorni. Il sole è già sorto da quasi un'ora, il lungomare è già percorso da gente che corre o cammina di buon passo, i banchetti sulla spiaggia stanno già disponendo sdraio e ombrelloni. Si vede che è domenica.
La mattina la marea è ancora molto bassa, le onde sono lontane dalla riva, e il bagnasciuga umido manda riflessi argentati.
Prima di cambiare albergo, abbiamo dedicato la mattinata alla ricerca di una pensione per i prossimi giorni. Ne abbiamo viste alcune lungo la spiagga ma abbiamo scoperto che, nonostante il periodo di bassa stagione, molte erano piene.
Alle 11, cotte dalle 3 ore di camminata sotto il sole, e frastornate dal vento che soffia incessantemente nel Nordeste, siamo rientrate in albergo. Nel nuovo albergo ci hanno dato una camera di livello superiore (farà parte del risarcimento?). La stanza è confertevole, balconcino con vista mare, spiaggia, duna e palme. Da qui si sente: il fragore delle onde (nel frattempo la marea è salita e le onde sono a ridosso della fila di ombrelloni), il soffio del vento, il cinguettio degli uccelli, le urla di chi salta tra le onde e quelle di chi gioca in piscina.
Nel pomeriggio poi ne abbiamo disdetto la prenotazione fatta la mattina e scelto un'altra pousasa molto più hippie, con arredamento in bamboo, amaca sul balcone e decori floreali e soprattutto... collegamento wireless gratis a disposizione...
Abbiamo appurato che Ponta Grossa non ha altro che il mare. Non esiste un paese, un posto per camminare che non sia la spiaggia. I posti così non ci piacciono molto: stiamo già organizzando le prossime escursioni.
domenica 9 settembre 2007
La spiaggia è lunga, punteggiata da alberghi; sulla destra, ricoperta dalla vegetazione, la duna. Al centro, una grande lingua di sabbia gialla, scivola direttamente nel mare.
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