23 giorni dopo la nostra partenza da Milano, quando durante le normali vacanze si comincia a pensare al ritorno, noi siamo partire per cominciare un nuovo viaggio.
Le 30 ore di spostamento ci hanno proiettate dalla costa atlantica brasiliana, calda e ventosa a quella pacifica, fredda e umida della città di Lima. Delle due giornate di viaggio è degno di nota il commento di Felix quando, durante il volo Santiago-Lima, da una fitta pianura di nubi sono emerse le Ande:
In effetti, a vederle dall'alto, non sembra di trovarsi davanti a una catena montuosa, ma a un vero e proprio mare di montagne, con vette che si susseguono a perdita d'occhio. Andando verso nord, i coni vulcanici sembrano meno alti, la catena montuosa si fa altopiano, e le cime da nevose che erano, assumono le diverse sfumature del marrone.
Dall'alto sono emozionanti, le vedremo nelle prossime settimane anche da vicino.
A Lima, dopo aver resistito agli insistenti inviti dei tassisti all'aeroporto, abbiamo scelto un taxi ufficiale da pagare in aeroporto. Questo non ci ha risparmiato i richiami e gli inviti dei concorrenti. Pedro, dopo averci abilmente "scippate" a un collega, ha parlato senza sosta per tutto il percorso illustrandoci i quartieri della città che andavamo attraversando e proponendosi come guida per i giorni seguenti. E' stato come essere costrette a fare le turiste mentre volevamo solo andare a dormire.
Del cielo di Lima ho già detto. Qui siamo in primavera ma, come ci hanno confermato alcuni limeñi, il cielo rimane invariato per 11 mesi all'anno. Tra gennaio e febbraio può capitare che il grigio si schiarisca diventando un celestino pallido.
Oggi, dopo il trasferimento in un albergo più lussuoso e soprattutto più caldo, abbiamo visitato la Huaca Pucllana. Il sito archeologico pre-inca è all'interno del quartiere di Miraflores, dove alloggiamo, ed era luogo di cerimonie religiose e sacrifici umani. La piramide è frutto della stratificazione di edifici di epoche diverse. La visita è stata resa più interessante dalla guida che ci accompagnava e che era ben contenta di esercitare il suo italiano. I resti si presentano come lunghe e alte pareti di mattoni disposti in verticale. Sembrava di essere davanti a una grande libreria e per noi, in crisi di astinenza da 25 giorni, è stato davvero un colpo basso. Quando poi abbiamo incontrato una libreria internazionale, abbiamo capitolato e, dopo una lunga trattativa, valutando peso, numero di pagine, argomento, abbiamo comprato un Einaudi tascabile che nessuna delle due aveva ancora letto, e in onore al Peru abbiamo scelto "I quaderni di don Rigoberto" di Mario Vargas LLosa.
Adesso la sfida sarà decidere chi inizierà per prima a leggerlo per prima... probabilmente lo faremo in contemporanea usando segnalibri differenti. Vi terremo aggiornati.
Attraversando le strade affollate e trafficate di Miraflores, siamo andate finalmente a vedere l'oceano. Abbiamo avuto l'impressione che se Milano avesse il mare... sarebbe così. Ad ogni modo abbiamo avuto davanti agli occhi paesaggi e umanità molto diverse da quelle brasiliane di un paio di giorni fa.
venerdì 28 settembre 2007
Dal sertao alle Ande
"Però... sono un casino!", nel senso di tante. Un commento alla De Amicis!
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