martedì 19 febbraio 2008

Sydney

When we arrived at Sydney airport,

ops, sorry!
L'inglese ci ha proprio preso la mano.
Prima ancora delle notizie da Sydney, vorrete tutti sapere come diavolo ce la stiamo cavando con la lingua; perché qui dove siamo parlano tutti in inglese. E questo lo sapevamo. Ma parlano un inglese molto australiano. E anche questo potevamo immaginarlo. Ma quest'inglese australiano, qui lo parlano impietosamente veloce. E a questo punto, qualunque limite ha la sua pazienza(!).
Dopo aver ripetutamente chiesto, senza alcun risultato, di parlare più lentamente, Anto ha adottato una tecnica che al momento sembra funzionare: parlare molto molto lentamente, quasi sillabando le parole (al diavolo il perfetto accento british). Gli interlocutori allora iniziano a rallentare pure loro. Probabilmente pensano che abbia problemi fonetici o, più ancora, psichici. Ma che importa, l'obiettivo è raggiunto. Questo sistema non funziona con i giovani. I ventenni sono indifferenti e, anche di fronte all'evidenza di non essere stati capiti, riescono a ripetere 4 o 5 volte la stessa frase alla stessa velocità e con la stessa cadenza. Ma avete mai sentito parlare i loro coetanei italiani?
Nei casi più disperati, se l'interlocutore che ha domandato qualcosa di incomprensibile è un addetto alla vendita rispondiamo "No, thank you", se invece ci ha rivolto una domanda cortese in un contesto non commerciale, sorridiamo e diciamo "Yeah".
Felix, invece, ha impiegato quattro giorni per superare la paralisi da shock linguistico. Lei, per non sbagliare, non parlava proprio più, con nessuno, in nessuna lingua. Ora si è ripresa, continua a non parlare in inglese, ma è tornata a sorridere.

Sydney è una bella città, grande e con tante anime: la city, Chinatown, i quartieri ricchi con casette vittoriane, le zone residenziali. E' vivace, un po' frenetica, piena di turisti. Ma la cosa che salta subito all'occhio è la capacità di integrare i resti urbani più antichi, sebbene la città sia molto recente (fondata alla fine del '700 come colonia penale), con il moderno, il modernissimo, senza mai trascurare il fatto che gli spazi urbani sono fatti per essere vissuti.
Sono riusciti a recuperare e a rendere godibili aree tipicamente degradate, come i numerosi ex-porti commerciali. Fa impressione camminare sulla riva di un porticciolo orlato di palme e ristoranti e accorgerti, senza provare fastidio, che sopra di te c'è il cavalcavia di uno snodo autostradale urbano, e più in là un trenino monorotaia che passa su un ponte pedonale e fiancheggia i grattacieli degli uffici. Qui questo scenario ha una sua armonia.
La città si affaccia su una baia con decine di promontori e golfi (qui vi fate un'idea), ci si muove in battello, come in laguna, spesso le abitazioni hanno il loro pontile e le barche a vela sono ormeggiate in ogni insenatura o sfrecciano con le vele sempre gonfie. Qui non abbiamo mai sentito il flap-flap della bonaccia mediterranea che gli amici velisti ben conoscono.
In qualunque punto della baia ti trovi, non puoi evitare di puntare lo sguardo su altre vele, quelle dell'Opera House, una costruzione che a distanza di cinquant'anni dalla sua progettazione, è ancora stupefacente. L'interno, bellissimo e all'avanguardia per l'acustica delle sale da concerto e la funzionalità dei teatri, non regge il confronto con l'emozione di guardare a bocca aperta e naso in su questa sorta di modernissima e laica cattedrale gotica.
La nostra solita caccia all'alloggio anche questa volta è stata funestata da due eventi di portata internazionale: il capodanno cinese che qui, in virtù della grande e integrata comunità, prevede festeggiamenti che durano un mese e richiamano turisti e artisti dalla Cina e non solo; e il più grande festival gay-lesbico del mondo che dura anch'esso un mese intero e, dopo settimane di cinema, teatro, arte e altro ancora, termina con la grande Parade del Mardi Gras. Conclusione: alloggi difficili da trovare e prezzi alle stelle. Soluzione: ci fermiano a Sydney un po' meno di quanto avremmo desiderato e ci perdiamo la spettacolare parata.
A mitigare la delusione, la speranza che lì dove andremo, il clima sia più felice e ci regali qualche giornata di cielo azzurro, dopo sette giorni di nuvoloni, qualche scroscio e fulminee schiarite.





Continua...

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