lunedì 1 ottobre 2007

Lima

Lima è una città orizzontale, a differenza di quelle brasiliane che si sviluppano verticalmente.
Qui la maggior parte delle abitazioni è alta un paio di piani, la città è molto estesa, e la mobilità è garantita da pochi autobus di linea e da una moltitudine di taxi e "carros", cioè minibus.
I tassisti

non hanno licenza, chiunque può comprare una macchinetta di terza o quarta mano e farne taxi; ovviamente senza tassametro. Il prezzo va concordato prima di salire, cosa non facilissima per un turista che non ha idea delle distanze e delle tariffe adeguate. Finora a contrattare per noi sono stati il portiere di un museo e l'usciere di un albergo che, dopo essere andato a piedi a chiamare il taxi (una ford sgarrupata di cui era rimasto quasi solo il telaio), ha voluto sapere esattamente dove eravamo dirette per indicare al tassista il percorso e la tariffa.
Anche sui minibus la tariffa è soggetta a "oscillazioni", normalmente è di 1 sol, come ci ha detto una passeggera a cui avevamo chiesto indicazioni, ripetendoci accoratamente che avremmo dovuto pagare 1 sol e non di più.
I minibus sono vecchi pulmini da 15-20 posti variamente ritoccati per adattarli alla nuova funzione. A bordo: l'autista e il suo aiutante, il quale viaggia in piedi sul predellino del veicolo, sporto fuori ed emette fischi, versi e richiami, ripetendo il nome delle vie persorse dal mezzo: "aricaaricaaricaarequipaarequipaarequipachorillochorillo".
Due delle tre corsie di cui sono composte le arterie principali della città sono intasate da questi furgoncini che fermano dove ci sono potenziali clienti e si rincorrono anticipandosi l'un l'altro per soffiarsi a vicenda i passeggeri.
Appena un pedone manifesta un vago interesse per la destinazione ripetuta dall'accaparratore di clienti, costui lo invita a salire, cioè lo artiglia e lo spinge letteralmente dentro al "carro". Sarà una coincidenza linguistica, ma il nome è davvero adatto al mezzo. Il tutto avviene molto rapidamente per consentire al maggior numero di passeggeri di salire per poi ripartire in fretta, prima che i pulmini che seguono inizino a strombazzare. Dopo aver fatto il pieno di passeggeri, mentre il pulmino sfreccia e zig-zaga nel traffico, l'aiutante passa a riscuotere il prezzo del biglietto. Naturalmente si viaggia con lo sportello quasi sempre aperto a causa del saliscendi continuo di passeggeri, e questo non sarebbe neanche spiacevole se la città non fosse soffocata da una cappa di umidità polverosa e avvelenata dagli scarichi particolarmente inquinanti degli stessi pulmini. Più che un viaggio, un aereosol al piombo (e molto altro) allietato da sobbalzi e brusche frenate.
Quando devi scendere, il "bigliettaio" fa cenno all'autista, il quale, se riesce, accosta a destra, rallenta, spesso senza fermarsi del tutto, e ripetendo "abajoabajoabajo" ti invita a scendere ancora più rapidamente di quando sei salito, giacché adesso devi solo saltare giù. E uff... una volta a terra, puoi solo tirare un sospiro di sollievo per essere ancora viva... ma senza inspirare troppo profondamente perché l'aria fa veramente schifo.

La sintesi di Felix
- 3 o 4 persone aspettano su un marciapiede
- arrivano alcuni pulmini
- accostano e pronunciando i nomi delle strade si fermano (sembra che vendano qualcosa)
- sali, se trovi posto ti siedi, un po' a disagio perché sembrano i seggiolini dell'asilo
- artigli mani e piedi per non cadere mentre il mezzo "scappa"
- se non puoi sederti, preghi
- per 10 minuti sei come narcotizzato
- per i restanti 30 pensi al senso della vita
- scendi, se possibile, qualche fermata prima
- fuori non sei salvo, ci sono intorno a te decine e decine di pulmini che ti chiamano e ti invitano a salire.

Continua...

5 commenti: