domenica 16 settembre 2007

Prime impressioni di Joao Pessoa

Ci avevate lasciate in partenza per Joao Pessoa. Di questa città sapevamo che era "mujto tranquilla" e la nostra guida aggiungeva: "ingiustamente trascurata dai turisti". Poiché noi amiamo a priori tutto ciò che è "ingiustamente trascurato", già due anni fa avevamo in programma di passarci, e questa volta siamo riuscite a farlo.

Il viaggio in autobus è stato relativamente breve (3h) e confortevole, funestato solo dall'aria condizionata potente, che ha richiesto una copertura integrale. Dal finestrino, oltre ai lavori continui per l'ampliamento della strada statale, scorreva una campagna fatta di terra rossa, con tutte le sfumature, e piantagioni di cocchi e canna da zucchero.
L'impressione iniziale della città è stata abbastanza deludente: l'impiegata del turismo che parlava come un disco registrato, adolescenti scalzi e malconci che chiedevano soldi appena fuori dalla Rodoviaria, il tassista a metà tra lo scontroso e l'autistico, e infine l'albergo: mal tenuto e posto nella zona peggiore del quartiere, molto gradevole, dove alloggiamo: Tambau'.
Il giorno dopo abbiamo battuto Tambù e la vicina spiaggia di Cabo Branco alla ricerca di una sistemazione migliore, constatando che l'edilizia turistica degli ultimi 30 anni, di cui i pessoani vanno tanto fieri, anche perché ha un po' risollevato le sorti economiche di una regione povera, ha prodotto una sequenza di edifici di 2 o 3 piani, a forma di cubo, piastrellati di bianco all'esterno, senza balconi, anche quelli fronte mare, e con finestrelle scorrevoli. Tra tutti, alla fine abbiamo scelto un albergo con una stanza più grande e molto ariosa, appena meglio degli altri. Ci è venuto il dubbio che alla fine di questa vacanza finiremo per rivalutare i grattacieli che deturpano spesso le spiagge cittadine.
I giri in città ci hanno confermato che Joao Pessoa è davvero molto tranquilla, poco orientata al turismo e quindi più autentica; è frequentata soprattutto da turisti brasiliani, tant'è che nessuno, nella reception degli alberghi, parla inglese. Ce la siamo dovuta cavare con il mio ita-gnol-ghese, una specie di esperanto neolatino che raggiunge lo scopo.
Oltre ad alcune attrattive in città e lungo la costa che scopriremo nei prossimi giorni, Joao Pessoa sembra una cittadina in cui semplicemente "stare", e nella quale la nostra principale attività potrà essere quella di osservare i brasiliani vivere; che è uno dei motivi per cui siamo tornate in questo paese.

Continua...

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