martedì 15 luglio 2008

Il ritorno

Siamo a Milano da 3 giorni; i nostri corpi sono qui. La nostra anima, se ne abbiamo una, no.

Ci chiediamo se e quando tornerà.
In aeroporto ci aspettavano Barbara, Raffaele e Jacopo. Si può dire che i fratelli, uno in Grecia, l'altro a Milano, non vedevano l'ora di rivederci. E rivederli è stato bello.
Il Fans Club di Segrate, come aveva minacciato, è venuto a salutarci a casa lunedì pomeriggio. Ci hanno fatto chiamare in portieria dove abbiamo trovato il nocciolo duro del gruppo che sventolava bandierine di benvenuto in tutte le lingue dei paesi che abbiamo attraversato. Per raggiungerle e abbracciarle abbiamo dovuto percorrere un tappeto rosso con le tappe del nostro viaggio. Loro, intanto, intonavano la colonna sonora di "Momenti di gloria". Avremmo voluto tornar su a prendere le valigie e simulare un nuovo arrivo; se lo meritavano. Ci dispiace per tutti gli altri, ma noi ci siamo divertite molto, così crediamo la portinaia, resa partecipe della burla, e qualche condomino che si è trovato a passare di lì.
Le sensazioni del ritorno sono molteplici e tuttora in corso. Abbiamo ritrovato la casa come l'abbiamo lasciata, in più c'erano i pacchi spediti dai vari paesi e un grande cumulo di posta arretrata. Muoversi, ritrovare le cose, per Anto, è stato un fatto meccanico; il corpo aveva memoria e si muoveva quasi automaticamente. Felix, invece, ha fatto più fatica a ritrovare gesti, luoghi, oggetti. Entrambe ci siamo sentite un po' disadattate, abbiamo parlato poco tra noi, come due che siano qui solo a fare un lavoro, disfare le valigie e sbrigare qualche faccenda, prima di ripartire. Come se la casa, come se questa vita, la nostra di prima, che durante il viaggio chiamavamo "l'altra vita", fosse davvero di qualcun altro.
Dopo aver vissuto così a lungo con gli stessi pochi indumenti e i pochi oggetti indispensabili, aprire l'armadio e le ante della cucina, posare gli occhi sulle librerie, è stato uno shock. Il senso di nausea e l'opprimente sensazione di superfluo che abbiamo provato ci hanno dato la misura di un cambiamento, lento e profondo, che questo viaggio ha esercitato su di noi. La gran quantità di oggetti che affolla la nostra, come tutte le case, ora che ci siamo abituate a vivere con poche cose, ci sembra più una zavorra che un privilegio. L'abitudine al nomadismo, fatta di dettagli e piccole cose, ci rende ora un po' estranee alle noi stesse che eravamo.

Il viaggio.
Il viaggio è stato bellissimo. Non ci siamo mai stancate, ci siamo divertite e lo rifaremmo, anche subito. Non sappiamo dirvi quale sia stato il luogo più bello, il tramonto più indimenticabile, la faccia più emozionante. Ogni posto è se stesso ed è bello per questo. Una sensazione è emersa con più forza nei nostri pensieri, nelle nostre emozioni: la terra ha una sua propria forza che prescinde l'azione umana, ed è una forza vitale. Viene voglia di conoscerla sempre di più e di rispettarla, con deferenza, come facevano, e tuttora fanno, gli aborigeni australiani.

Il blog.
Si conclude qui. E' stato una sorpresa anche per noi. Alla partenza non sapevamo quando e quanto saremmo riuscite a scrivere. L'intenzione era quella di condividere un'esperienza, che speravamo interessante, con le persone amiche. Sembra che ci siamo riuscite e ne siamo contente e orgogliose. La vivacità dei commenti, però, non ce la aspettavamo neanche noi. E' stata una sorpresa e ha reso questo spazio un momento di divertimento, un appuntamento irrinunciabile anche per noi e ha avuto il merito, involontario, di creare reti e connessioni.

Ringraziamenti.
Vanno ovviamente a tutti voi che avete partecipato e ci avete fatto provare la sensazione di essere lontane, molto lontane, senza mai sentirci sole. Un pensiero speciale a Ciccio e Carmela, senza i cui sacrifici non avremmo mai potuto vivere questa esperienza unica e indimenticabile. A loro e a Isa, che non hanno potuto vedere le meraviglie che abbiamo visto noi, e che pure sono sempre stati con noi, è dedicato questo blog.
Per tutti gli altri, un invito, un augurio, quasi una preghiera: viaggiate, se potete, più che potete.
Noi lo faremo.


P.S.
Per amici e parenti un po' sadici e curiosi di sapere come ci si sente a tornare alla vita di sempre, ma proprio quella di sempre sempre, l'appuntamento è a settembre. Quando riaprono le scuole, e non solo quelle.

Continua...

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