Dopo aver verificato che gli alberghi di Chivay erano cooptati dalle agenzie turistiche, siamo state costrette e ripiegare su un tour organizzato per raggiungere la valle del Colca. L'agenzia ci ha prima tirato un pacco, costringendoci a rinviare di un giorno la partenza, poi ci ha piazzate su un pulmino un po' scalcagnato insieme ad altri 20 passeggeri. Il viaggio è durato 3 ore e, dopo aver aggirato due dei vulcani che circondano Arequipa, attraversato una riserva di vigogne,
Grazie al mate e alle pallottoline di foglia di coca che abbiamo masticato lungo gran parte del viaggio, abbiamo retto bene all'altitudine: solo un po' di mal di testa avvicinandosi alla massima altezza e il cuore che batteva subito in gola appena fatta una rampa di scale.
Chivay è un paese di montagna: una plaza de Armas, una ventina di strade bianche o lastricate con approssimazione che si incrociano a scacchiera, case di un piano con tetto in lamiera. Dopo esserci sistemate in albergo e dopo una sauna e un bagno nelle piscine termali del paese, ci siamo sganciate dal gruppo, risparmiandoci la cena con gruppo folkloristico, e abbiamo passato la serata con una coppia di simpatici trentenni romani.
La mattinata seguente: sveglia alle 4,45; colazione alle 5,30; raccolta dei partecipanti all'escursione presso i vari alberghi; partenza per la valle alle 6,20; sosta a Yanque, il primo paesino della valle: in piazza musica tradizionale a palla e un gruppo di ragazzini in abiti locali che, prima che si faccia l'ora di andare a scuola, balla saltellando intorno alla fontana, circondati dalle bancarelle delle loro madri. Insieme a noi altri 6 o 7 pullman di turisti. Ci rimettiamo in marcia. Lungo la strada non asfaltata e molto pietrosa, i pullman di turisti si susseguono e si sorpassano a vicenda per sottrarsi al polverone sollevato da chi precede. La valle diventa davvero bella; più ampia, profonda, con terrazzamenti coltivati (andenes). Ad ogni punto di sosta panoramico, le venditrici cercano di attirare l'attenzione, declamano la loro mercanzia, e chiamano con insistenza.
Ho netta la sensazione che stiamo facendo una cosa assurda, che spero di non ripetere: attraversare frettolosamente villaggi che non hanno alcuna attrattiva eccetto le bancarelle messe lì apposta per noi, e bambini con lama e agnellini e cagnolini che ti chiedono se li vuoi fotografare, paesi che hanno cadenzato la loro vita e i loro ritmi su quest'onda continua di turisti che passano, solo a ore predefinite, per andare a vedere i condor.
La meta di tutti i pullman è un parcheggione e alcune piazzole affacciate sul canyon, che in questo punto ha la profondità di 1200 mt, mentre più avanti raggiunge i 3400, in cui aspettare la comparsa del condor. Ovviamente c'è tanta gente, tutti rivolti alla valle e tutti (me compresa) armati di macchina fotografica. I condor compaiono solitamente, ma non è mai sicuro, tra le 8 e le 9 del mattino, la nostra guida ci ha dato tempo fino alle 9,30.
Dopo un po' che si aspetta, passa un venditore di CD con foto e filmati del condor e della valle, nel caso il condor oggi non apparisse e non si volesse far brutta figura con parenti e amici... quasi quasi...
Niente, non succede niente e si è fatta l'ora di tornare al punto d'incontro; mentre percorriamo il sentiero, un "ohhh, ehi ehi ehi, aaah" ci avvisa che finalmente il condor è comparso. Ne passano tre, li vediamo da lontano, troppo lontano, sembrano grandi e sorvolano esattamente la piazzola dove eravamo noi fino a 10 minuti prima.
Il viaggio del ritorno, con sosta in "pueblo tipico" è altrettanto frenetica dell'andata: l'autista ha fretta di tornare, per pranzare e ripartire subito per Arequipa. Tornati a Chivay, ci sganciamo definitivamente dal gruppo. Ci fermiamo qui una notte di più per goderci un altro giro alle piscine di acqua termale, al mercato locale, che sembra davvero pittoresco, e infine il trasferimento a Puno, sul lago Titicaca.
mercoledì 10 ottobre 2007
La valle del Colca
ed effettuato una sosta per bere mate di coca, abbiamo raggiunto e superato un passo di 4910 mt. slm, prima di scendere ai 3650 mt di Chivay.
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